Il Potere delle Competenze: Perché il Futuro del Lavoro è Skill-Based

Foto di Lewis Keegan su Unsplash‍ ‍

Il mondo del lavoro sta vivendo una trasformazione senza precedenti: fragile, ansioso, non lineare, incomprensibile. In altre parole, B.A.N.I. (acronimo per Brittle, Anxious, Non-Linear, Incomprehensible), termine coniato da Jamais Cascio, global thinker che da oltre 30 anni si dedica all’esplorazione del futuro.
Quattro lettere che definiscono il mondo in cui oggi operano le imprese.

Quali le sfide principali?

1.      Un contesto che richiede adattamento continuo: i modelli gerarchici rigidi non funzionano più;

2.      L’obsolescenza delle competenze: re-skilling e up-skilling non sono più iniziative nice to have ma must have;

3.      Il talent shortage e le difficoltà nell’attraction: le aziende fanno sempre più fatica non solo ad individuare talenti, ma anche ad attrarli;

4.      Le nuove attese: la Gen Z si aspetta formazione costante, non come benefit aggiuntivo ma come parte integrante dei criteri di scelta di un potenziale datore di lavoro.

La domanda diventa dunque: compro competenze o le costruisco internamente?
Il mercato del lavoro propende per la seconda opzione.

Di fronte a queste sfide, emerge una soluzione che sta suscitando sempre più interesse: la Skill-Based Organization, un modello organizzativo che prevede l’abbandono di strutture costruite sui job title, per abbracciare invece logiche e processi centrati sulle competenze. In pratica, i team non vengono più definiti per ruolo, ma per expertise, e le persone lavorano su più progetti in base alle conoscenze richieste.

Come cambiano quindi i processi HR in un’organizzazione Skill-Based?

1)      Non si cercano più titoli, ma capacità e attitudini;

2)      La formazione diventa auto-pilotata: le persone scelgono cosa imparare, quali competenze sviluppare, e quali gap colmare, sviluppando senso di responsabilità e di appartenenza;

3)      L’azienda diviene counselor, guidando i professionisti anche verso percorsi trasversali o adiacenti. La crescita interna non è più quindi solo verticale;

4)      La domanda alla base dei processi di rewarding passa da “quanto vale questo ruolo sul mercato” a “quanto impatta questa competenza sul nostro specifico business”.

Skill-based vs modelli tradizionali: i dati parlano chiaro.
Le organizzazioni basate sulle competenze performano meglio su variabili critiche di benessere e retention. Ecco perché il cambiamento non è un’opzione, ma una necessità.

Le aziende che riusciranno a ripensare il lavoro attraverso le competenze saranno più resilienti, più attrattive e più capaci di trattenere i propri talenti.

Il futuro del lavoro arriverà comunque. La domanda è: lo aspetti o lo costruisci?

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